Caro V, sembra proprio che ultimamente
io non riesca ad essere presente sul blog come vorrei.
Ricordo di aver scritto, qualche tempo
fa, che ogni martedì avrei pubblicato la recensione di un libro, in
modo da visitare “NeverLand” almeno una volta alla settimana.
Come avrai capito, questo è un periodo
un po' particolare, pieno di impegni, che mi sta ostacolando non poco
nel perseguire questo mio obbiettivo e per questa ragione ti comunico
che per un po' di tempo le recensioni, i tag, le rubriche e i post in
generale saranno pubblicati con frequenza casuale; e adesso che
abbiamo chiarito questo punto credo sia giunta l'ora di parlare di cose serie...
Nome: Città
di carta
Autore: Jhon
Green
Editore:
Rizzoli
Pagine: 377
Prezzo: 16,50
Biografia
dell'autore:
Green
nasce ad Indianapolis, ma la sua famiglia si è poi trasferita a tre
settimane dalla sua nascita. L'autore ha così vissuto a East
Lansing,
Birmingham (in
Alabama),
Orlando,
Chicago e a New
York,
per poi frequentare la Indian Springs School, un collegio e
scuola diurna fuori
da Birmingham
in
Alabama.
Si diploma al Kenyon College nel 2000 specializzandosi in Inglese e
studi religiosi.
Dopo
aver lasciato l'università, Green passa cinque mesi lavorando come
cappellano in un ospedale infantile per poi iscriversi alla
University of Chicago Divinity School, che però non frequenterà. La
sua esperienza lavorativa con bambini affetti da malattie mortali lo
ispirerà in seguito a scrivere Colpa
delle stelle.
Green
vive per svariati anni a Chicago,
lavorando per il giornale Booklist come assistente editoriale di
recensioni letterarie e production editor, mentre scrive Cercando
Alaska.
Durante il suo soggiorno a Chicago, recensisce centinaia di libri, in
particolare di narrativa, sull'Islam o gemelli siamesi. Inoltre
scrive recensioni di libri per il The New York Times Book Review e
scrive per il National Public Radio's All Things Considered e per
WBEZ, una stazione radiofonica pubblica di Chicago. Green si
trasferisce poi a New York, dove vive per due anni mentre la moglie
frequenta una scuola di specializzazione.
Recensione:
Circa una settimana fa, costretta a fermarmi in centro da impegni scolastici, e avendo un paio d'ore libere per scorrazzare in giro, sono ovviamente finita alla Feltrinelli, tappa inevitabile.
Girovagando
tra gli scaffali, con gli occhi che formavano due cuori rossi
pulsanti, ho individuato molti libri interessanti che mi sarebbe
piaciuto leggere, ma uno in particolare ha attirato la mia
attenzione, come solo la luce di una stella potrebbe attirare un
insetto.
Hai già
capito di che cosa sto parlando, vero V?
Ebbene si,
“Città di carta” di Jhon Green, un libro meravigliosamente
meraviglioso.
Ma che te lo
dico a fare? No dico, hai visto il nome dell'autore? È già di per
se una garanzia di emozioni, avventura, investigazione, mistero,
amore, amicizia... di meravigliosità insomma.
Un ragazzo
che a prima vista potrebbe sembrare il tipico secchione troppo magro
che passa i suoi weekend in camera a giocare alla playstation con i
suoi due migliori amici, Ben e Radar ...e in effetti è proprio così,
ma lo scopo del libro è proprio quello di far comprendere al lettore
che l'immagine che noi abbiamo delle persone, per quanto rispecchi la
realtà, è solo parte della storia.
Le persone
sono insiemi di tantissimi aspetti e caratteristiche che, talvolta,
sono in contrasto le une con le altre, e nonostante questo, convivono
in un unico corpo.
Durante la
lettura scopriremo, insieme a Q, cose di se stesso di cui non aveva
nemmeno sospettato l'esistenza, come l'amore per le avventure, per
esempio, il coraggio, la passione per il mistero e la tenacia di
scavare sempre più a fondo per cercare la verità, anche quando
tutti gli altri sembrano aver perso speranze e interesse.
E persino una
cosa che lo accompagna da tutta la vita, un punto fermo (forse
l'unico in tutta la vicenda) sembra cambiare radicalmente agli occhi
del protagonista: l'amore per Margo, la sua bellissima e
popolarissima vicina di casa, una ragazza sempre pronta
all'avventura, che non si preoccupa delle conseguenze delle sue
azioni, che semplicemente fa ciò che sente, per quanto possa
sembrare difficile.
Un'amore che
inizialmente aveva come oggetto, non una persona in carne e ossa, con
i suoi difetti, le sue paure, le sue debolezze, ma piuttosto
un'ideale di coraggio, di vita, di vivacità; un'amore che, come ho
detto, muterà, diventerà più maturo e spingerà il protagonista a
chiedersi chi è davvero Margo, chi è davvero lui.
Un'evoluzione
strabiliante dei personaggi così come delle situazioni, vissute in
maniera differente in base al momento e a chi le sta vivendo.
Un'evoluzione che è possibile grazie ad un unico, triste e allo
stesso tempo eccezionale evento: la fuga di Margo.
Una fuga che
lascia dietro di sé indizi complicati che sembrano essere
indirizzati proprio a Q., che non potrà far altro che cercare di
decodificarne il significato per ritrovare la ragazza di cui è
innamorato da tutta una vita. Ma ci riuscirà? E soprattutto, come
la troverà? Lei si è davvero
suicidata come le macabre tracce che ha lasciato sembrano suggerire?
Oppure è solo un gioco, un modo per lasciare dietro di sé un'aria
di mistero?
Domande
che perseguitano il lettore fino alle ultimissime pagine.
Un libro
fantastico che riesce a farti vedere le cose in una nuova
prospettiva, che ti apre gli occhi sulla complessità delle persone e
sul diritto che tutti anno di essere semplicemente se stessi, a
discapito di quello che potrebbero pensare gli altri.
Ogni libro di
Green è sempre più bello del precedente, è incredibile che dopo
tutte le aspettative che ripongo nei suoi romanzi, lui non mi abbia
ancora deluso.
Non vedo l'ora di leggere “Teorema Catherine” ora.
Dal libro: Dopo tutto quell'ascoltare scrive - Rovesci di grandine rabbiosa mi si avventarono contro - Perfetto pensai: ascolti gli altri per cercare di capirli e ascolti tutte le cose orribili e meravigliose che fanno a se stessi e alle persone che li circondano, e alla fine ti sarai esposto molto più tu di quelli che hai cercato di ascoltare
E tu V, che
cosa ne pensi? Credi che potrebbe piacerti questo libro? Oppure lo
hai già letto? E se si, come lo hai trovato?
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